Dolph Ziggler parla di commozione cerebrale ed AJ

**Alberto 87** Sab 10 Ago 2013, 21:38

L'ex World Heavyweight Champion Dolph Ziggler ha affermato che la commozione cerebrale riportata dopo Wrestlemania che lo ha costretto a stare lontano dal ring per oltre un mese ha condizionato la sua storyline con AJ Lee e Big E Langston, ma non condizionerà il suo stile in-ring.

In un'intervista rilasciata per promuovere Summerslam, Ziggler ha detto a Brian Fritz di BetweentheRopes.com che non ha in mente di mettere un freno al suo stile in-ring, poiché secondo lui il calcio alla testa che gli ha causato la commozione cerebrale è stato una "coincidenza sfortunata".

"Sono stato preso da parte da leggende e altri ragazzi nel backstage che mi hanno detto che a volte il mio corpo risente troppo di ciò che faccio", ha detto Ziggler. "Lo capisco, ma io sono là fuori sul ring per provare a dare la migliore prestazione possibile che posso. Non posso non correre dentro qualcosa più duramente che posso. Non posso non dare tutto me stesso. E un giorno questo potrebbe essere un problema, ma finora non sono mai stato infortunato al punto da rimanere fuori per settimane per qualcosa che ho fatto".

"Sono stato calciato in testa una volta e, come ho detto, è stata una coincidenza sfortunata e in ogni altra cosa che ho fatto ho messo il mio corpo in gioco perché lo voglio, perché voglio che il pubblico dica 'oooooh', 'aaaaah' e 'Wow, dobbiamo tifare questo ragazzo'. Vado lì fuori per provare a me stesso che lavorerò più duramente di chiunque altro e lo farò sempre".

Riguardo ai cambiamenti apportati alla storyline con AJ e Big E, Ziggler ha detto che probabilmente questa sarebbe durata più a lungo come fazione heel, ma che la commozione cerebrale ha portato ad un cambio di direzione.

"Ho la sensazione che prima della commozione cerebrale stessimo finalmente cominciando ad ingranare. Ero l'unico ragazzo in questo business che aveva una ragazza ed un gigantesco bodyguard a bordoring e che perdeva comunque ogni notte", ha detto Ziggler.

"Mentre iniziavamo a lavorare insieme e a raggranellare insieme qualche vittoria, iniziai a sentire che era così che una fazione avrebbe dovuto lavorare. Proprio in quel momento ho riportato la commozione cerebrale e penso che quella abbia fermato alcune cose e messo in movimento quel 'forse è tempo che ognuno vada per la sua strada'".